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Sono diventato Morte, distruttore di mondi.

Aggiornamento: 13 ago 2023

Il 16 luglio del 1945, nel deserto del New Mexico, fu fatto esplodere il primo ordigno nucleare della storia. E il mondo non fu più lo stesso.



Furono queste le parole pronunciate da Robert #Oppenheimer al momento dello scoppio del primo ordigno nucleare della storia, avvenuto il 16 luglio del 1945 nel pieno deserto del New Mexico.

Sì perché la prima bomba atomica della storia non fu quella terribile sganciata il 6 agosto su Hiroshima ma quella che i tecnici del progetto Manhattan fecero brillare circa 3 settimane prima su suolo statunitense, per testarne la correttezza progettuale e costruttiva e i reali effetti che derivavano dell'esplosione. Insomma, si trattava di un test utile per comprendere la validità del lavoro svolto nell'arco di qualche anno, da quel 1939 in cui si rese ormai chiara a tutti la possibilità di produrre una reazione a catena incontrollata nella fissione dell'uranio, in grado di generare immense quantità di energia, quantità ben superiori a quelle generate da qualunque ordigno allora esistente.


Ore 5:30 del mattino. Siamo nel deserto del New Mexico, ad alcune miglia di distanza dalla base dell'aeronautica militare di Alamogordo. 140 chilometri più a sud si trova la città di El Paso, sul confine messicano. Nel buio di un mattino che ancora non ha visto la luce dell'alba, si scorge appena una torre metallica alta circa 130 metri, con un grande palla posta alla sua sommità. Molti cavi calano giù dalla torre verso una centralina di controllo e poi via, nel buio, verso una casupola distante alcune miglia. Nel mezzo c'è solo il deserto. Un uomo che fosse passato di lì per caso, sarebbe sicuramente stato attratto dalla stranezza di quella torre posta in mezzo al nulla, senza un motivo apparente. In realtà quella curiosa palla conteneva la risposta ad anni di ricerca scientifica condotta da un grande numero di scienziati, alla scoperta della reale struttura dell'infinitamente piccolo. Sulla cima di quella torre c'era la chiave utile per aprire la porta di una cassaforte che conteneva uno dei misteri più celati della natura.


Il test è stato rinviato di 90 minuti a causa delle condizioni atmosferiche avverse. Qualche fulmine continua a lampeggiare in lontananza sulle montagne e l'aria odora ancora di pioggia. Ad un certo punto, dagli altoparlanti, una voce comincia un conto alla rovescia. Al suo termine, una immensa luce, più luminosa del Sole, fece giorno nell'oscurità del deserto. La sua intensità fu così alta da essere vista con chiarezza anche da alcuni testimoni ad El Paso. A sei miglia di distanza, un uomo guardò direttamente la luce dell'esplosione, rimanendone accecato per qualche tempo e riportando danni irreparabili alla vista.


"Fu come vedere il sole sorgere per poi tramontare subito dopo"

A seguire, una grande onda d'urto spazzò via la sabbia del deserto e un immenso boato risuonò tutt'attorno, mentre una gigantesca colonna di polvere di alzava per più di 10 chilometri in atmosfera. La prima bomba atomica della storia fu innescata, rendendo manifesto il suo terribile potere distruttivo. La torre semplicemente scomparve, vaporizzata dal calore generatosi nell'esplosione. Al suo posto comparve un cratere di circa 800 metri di diametro. Per via delle alte temperature, la sabbia sotto la torre si trasformò in quarzo.


Immagine tratta dalla rivista LIFE del 20/08/1945

Un potenza enorme, mai vista prima, pari a circa venti mila tonnellate di tritolo. E pensare che tutta questa energia veniva dalla conversione di meno dell'1% della massa totale di plutonio conservata nell'ordigno, che aveva una massa complessiva di circa 180 kg. Quel giorno gli scienziati del progetto Manhattan capirono due cose: la prima è che il progetto era stato un successo; la seconda è che, nonostante il suo enorme potere, quella appena esplosa era solo il primo di altri ordigni ancora più potenti che si sarebbero sviluppati in seguito.

Quando Robert Oppenheimer, il fisico messo a capo del progetto Manhattan, assistette all'esplosione della bomba nel New Mexico, disse "Sono diventato Morte, il distruttore di mondi", citando una frase tratta dal testo indù Bhagavad-Gita.

L'era atomica era appena nata.

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