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Galileo, precettore del Gran Duca di Toscana.

La sala della Galleria degli Uffizi che presenta i ritratti del maestro e dell'allievo.


Cosimo II de' Medici con la moglie Maria Maddalena d'Austria e il figlio Ferdinando II

Ho da poco avuto l’immenso piacere di aggirarmi tra le sale della Galleria degli Uffizi di Firenze. Ho avuto la possibilità di ammirare le incredibili opere dei più grandi maestri del Rinascimento italiano, approfittando anche di una ridotta presenza di turisti stranieri per via dell’emergenza sanitaria del Covid-19 che, almeno in questo, ha avuto un risvolto positivo. Ma non voglio parlarvi della Primavera di Botticelli o dell’Annunciazione di Leonardo, che non hanno di certo bisogno di una mia presentazione, quanto piuttosto di due opere che si trovano in una delle ultime sale del museo più visitato d’Italia, quelle dedicate ai maestri del ‘600.

Qui troverete un autoritratto di Rembrandt e il meraviglioso Sacrificio di Isacco di Caravaggio, solo per citare le opere che più mi hanno impressionato. Ma c’è una sala che mi ha sorpreso: sulla parete più lunga si trova Giuditta e Oloferne di Artemisia Gentileschi, mentre sulle due pareti più corte della sala si trovano due ritratti particolari, entrambi realizzati dalla mano dello stesso pittore: Justus #Suttermans (Anversa 1597-Firenze 1681).

Le due tele si trovano così una di fronte all’altra e non per caso. Sul lato destro della sala troviamo infatti il ritratto di #Cosimo II de’ Medici con la moglie Maria Maddalena d’Austria e il figlio Ferdinando II, realizzato nel 1640 circa; ritratto dal quale traspare il lusso e la potenza della famiglia Medici dell’epoca che ormai erano diventati non solo i signori di Firenze ma di tutta la Toscana. Il ritratto del Gran Duca è postumo dato che, al momento della sua realizzazione, #Cosimo II era già morto (il Granduca morì nel 1621).


Ritratto di Galileo Galilei, di Justus Suttermans, 1635, olio su tela, Galleria degli Uffizi, Firenze

Sul lato sinistro della sala invece c’è il ritratto di un uomo anziano di 71 anni, dalla barba lunga e lo sguardo che ispira cultura e saggiezza. Realizzato nel 1635 circa, la tela ritrae #Galileo Galilei. A quel tempo, l’illustrissimo scienziato toscano si trovava agli arresti domiciliari in una villa nella campagna di Arcetri, dove scontava una condanna per eresia inflittagli dal tribunale dell’Inquisizione vaticana per via del suo sostegno all'idea eretica dell'eliocentrismo copernicano.


Nella stessa sala degli Uffizi ci sono il maestro Galileo Galilei e l'allievo Cosimo II de' Medici, Grand Duca di Toscana.

La scelta da parte dei curatori del museo di esporre questi due ritratti nella medesima sala non è casuale. #Galileo Galilei infatti era stato infatti il precettore del giovane Cosimo de’ Medici, al quale aveva insegnato la matematica e l’astronomia, materie in cui il maestro toscano eccelleva e per le quali ebbe modo di essere conosciuto in tutta Europa. Ed è proprio a #Cosimo II che #Galileo dedicata la sua meravigliosa opera #Sidereus Nuncius (leggi anche il mio articolo "La Luna di Galileo in Santa Maria Maggiore"), in una prefazione che vale davvero la pena di essere letta. Alla famiglia Medici, #Galileo dedicò la scoperta di 4 dei satelliti di #Giove, da lui scoperti per la prima volta nella storia grazie all’uso del cannocchiale e denominati appunto #Medicei.

Nella stessa sala abbiamo dunque il maestro e l’allievo, ritratti dalla stessa mano, a ricordarci che le migliori menti della scienza necessitano della libertà e del sostegno concesso dai potenti e che i potenti hanno bisogno del giusto grado di cultura per poter essere delle guide illuminate.

Se non ci siete mai stati, andate a visitare gli Uffizi: è un’esperienza indimenticabile. Ah, un consiglio: dedicate il giusto tempo all’Adorazione dei Magi di Leonardo Da Vinci, mi raccomando.

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